Apertura pesca nel Friuli Venezia Giulia

Riporto la notizia del gazzetino di venerdi con un'intervista del presidente dell'ETP.


Fino a dieci anni fa era "l'esercito ...


Fino a dieci anni fa era "l'esercito delle 50 mila lenze", quello che calava l'ultima domenica di marzo sui corsi d'acqua del Friuli Venezia Giulia a riempire i cestini di trote. Adesso quest'orda è più che dimezzata, per impugnare la canna sostiene un esame, si sente impegnata a difendere le acque più che i cestini e bada alla qualità della giornata di pesca più che alla quantità.
Un'evoluzione della specie fortemente voluta dall'Ente tutela pesca , tanto che la stessa definizione sta un po' stretta a questo ente che ha in gestione le acque dolci della nostra regione e che sta sviluppando i settori della conservazione, della ricerca, della didattica e della divulgazione.

«Nel 2007 i pesca tori in possesso dell'autorizzazione regionale - spiega il presidente dell'Etp, Loris Saldan - sono scesi a 21700, con un calo rispetto all'anno precedente di 300 unità, flessione minore di quella registrata negli anni precedenti con 700/800 pesca tori in meno all'anno. Non è un dato negativo. L'esame per ottenere l'autorizzazione, l'orientamento verso una pesca moderna e sostenibile, ha selezionato il pesca tore friulano, motivandolo e avvicinandolo al modello europeo».

- Può essere dovuto anche a un calo dell'interesse per la pesca sportiva?

«C'è stato indubbiamente uno spostamento degli interessi delle persone, - risponde Saldan - ma la direzione è quella, chi andrà a pesca re domenica sarà più consapevole di quello che sta facendo e coinvolto nelle battaglie che l'ente promuove per la salvaguardia dei nostri corsi d'acqua».

- Già, prima dei pesci vengono le acque.

«E quelle della nostra regione non hanno nulla da invidiare, per qualità, bellezze paesaggistiche e per la fauna ittica, a altre più celebrate. L'Etp si sta battendo strenuamente per mantenere integri i nostri fiumi e torrenti. Stiamo lavorando duramente per il minimo deflusso vitale, per far in modo che derivazioni e captazioni lascino la vita nei corsi d'acqua. In questo senso stiamo ottenendo significativi successi, come l'accordo con Enipower».

- Una "lotta in famiglia" con la Protezione civile.

«Quando c'è l'emergenza, quando sono a rischio persone, non c'è nessun problema, si interviene subito. Ma spesso gli interventi di protezione civile non sono così urgenti, e allora vanno programmati, vanno studiati e resi compatibili con le esigenze dell'ambiente».

- Lotta anche con chi inquina, deriva illegalmente...

«Si, spesso siamo gli unici a opporci. Questo non vuol dire che diciamo no acriticamente a tutto, ma la nostra priorità è la salvaguardia delle acque».

- Vi sta stretta la legge 19 che ha istituito l'ente..

«E' ora di aggiornala, di modificarla per adeguarla ai tempi e alle nuove esigenze».

- Siete quasi gli unici guardiani delle acque...

«Tuteliamo le acque e i suoi abitanti. In questo senso abbiano ristrutturato anche la vigilanza volontaria, privilegiando anche in questo caso la qualità alla quantità. Il problema non è il centimetro in meno nella misura minima di una trota pesca ta, ma gli attentati al patrimonio idrico e ittico regionale».

- A proposito di misura minima, 22 centimetri per la fario sono proprio il minimo.

«Già, ci adegueremo e i pesca tori capiranno che è un'evoluzione indispensabile per migliorare la pesca ».

- Invece sempre meno pesca tori si lamentano che i pesci sono pochi...

«La nostra politica di semine e ripopolamenti si sta dimostrando efficace e sarà sempre più aderente a criteri scientifici».

- Marmorata e temolo, due punti dolenti?

«No, due importanti progetti. Il primo si sta rivelando un successo e grazie all'ammodernamento dei nostri allevamenti riusciremo a ottenere l'autoproduzione. Nei fiumi la marmorata sta riprendendosi il suo ruolo di regina. Per quanto riguarda il temolo è un progetto a cui stiamo lavorando con grande serietà. Presto partiranno gli studi e gli esperimenti. C'è da dire che da un paio d'anni questa specie è in ripresa, grazie al miglioramento dei corsi d'acqua e a alcune immissioni che l'Etp ha effettuato».

- Il futuro?

«Nel 2005 ho trovato un ente che svolgeva un ottimo lavoro ma non era conosciuto. Nel mio mandato ho voluto dare un'immagine diversa, perchè questo ente è una risorsa per tutta la regione. E' il punto di riferimento per le acque, è sempre più consultato, anche dalla Protezione civile e dai lavori pubblici, per i vari interventi, ha acquistato autorevolezza per quanto riguarda derivazioni, captazioni e utilizzi in genere della risorsa acqua, svolge una importante attività scientifica e di ricerca in collaborazione con le università regionali. Questa immagine diversa va completata con il ruolo che può avere il nostro patrimonio di acque e pesci per il turismo regionale. Mantenendo comunque l'identità e l'unitarietà pubblica dei nostri meravigliosi corsi d'acqua».



Edizione del 28/3


A me e mio padre è andata bene abbiamo preso le nostre 4 trote fario a testa (1 maschio, 7 femmine) e io ho spiegato a un americano che non sapeva l'italiano che oggi è l'apertura, le misure minime, il tipo di trote. Siamo andati a Sacile ed era pieno di gente e devo dire che certe volte è bello stare a vedere gente appassionata, ma che non è molto in gamba!
Le parole del presidente tratte dall'articolo sono assai confortanti sulla tutela futura delle acque anche se io ho imparato un po' a prendere con le pinze queste dichiarazioni. Vedremo se si innalzerà la taglia minima delle fario (misura importante) sperando non si tocchi anche la misura delle iridee,alloctone e non in grado di riprodursi in Italia, che sarebbe bene scomparissero dalle nostre acque (visto che spesso vengono immesse nei fiumi dove entrano in concorrenza con le fario e le fario vengono messe nei canali di cemento).

...8 trote, ed è solo l inzio no?!

vedremo! spero di fare belle catture come l'anno scorso!